AMATORI - Il Circolo Trasimeno si ferma dopo 36 anni
FILIPPO FELIGIONI
CASTIGLIONE DEL LAGO – In questi giorni è arrivato l’ennesimo forfait di una squadra amatoriale: questa volta si tratta del Circolo Trasimeno, società che milita nei campionati amatoriali fin dal lontano 1984. Con un sentito post su Facebook, il Trasimeno ha voluto annunciare ai propri sostenitori la decisione di non iscriversi al campionato amatoriale 2020-2021, a causa della diffusione del Covid-19 e il vicepresidente Charlie Del Buono ha voluto ricordare il cammino tracciato fin qui dalla squadra lacustre.
Come nasce il progetto calcistico del Circolo Trasimeno?
“È una storia che va avanti dal 1984 grazie alla passione dei nostri ragazzi e dei nostri dirigenti, che hanno sempre dimostrato di avere un grande spirito di gruppo e tanta voglia di stare insieme. Negli anni abbiamo girato tutti i campi dell’Umbria e della Toscana, raggiungendo anche grandi obiettivi: nella passata stagione abbiamo partecipato al campionato di Eccellenza Uisp Perugia-Trasimeno e ci siamo dovuti confrontare contro squadre che, per organico e strutture, potrebbero benissimo competere nei campionati FIGC di Prima o Seconda categoria. Inoltre, la nostra società, oltre a diffondere i valori che sono le fondamenta di ogni sport come la lealtà, la correttezza negli atteggiamenti dentro e fuori dal campo e l’inclusione sociale, si è sempre impegnata in diverse iniziative solidali, tra cui la "spesa sociale" a beneficio delle famiglie in difficoltà durante il lockdown primaverile, e la campagna Trasimeno Plastic Free promossa da Trasimeno Servizi Ambientali. La nostra società è composta da padri e zii, che sentono il dovere di fare il possibile per aiutare gli altri e per tutelare l’ambiente per le generazioni future”
Quindi la differenza tra i campionati amatoriali e quelli dilettantistici non è così netta
“Il campionato di Eccellenza amatoriale rappresenta il massimo della categoria a livello regionale, quindi spesso si trovano giocatori di ottimo livello che hanno alle spalle un passato da professionisti o da semi-professionisti, che sono passati al calcio amatoriale per avere un impegno meno vincolante rispetto a quello dei campionati FIGC. La differenza principale sta nell’età media delle squadre: quelle che militano nei gironi della FGCI di solito sono più giovani rispetto a quelle amatoriali, quindi dal punto di vista fisico sono più performanti e resistenti”
Lo scorso anno non siete riusciti a concludere la vostra prima stagione in Eccellenza per via del Covid-19. Come avete affrontato questa situazione?
“Prima del lockdown eravamo penultimi in classifica, ma ci stavamo comportando bene perché con un filotto importante di risultati utili siamo riusciti ad avvicinare l’ultimo posto utile per i play-out, portandoci a due lunghezze di distanza. Avevamo ancora 8 partite da disputare e una classifica molto corta nella zona play-out che ci avrebbe aiutato a centrare la salvezza: per una neopromossa sarebbe stato un ottimo risultato, ma poi è arrivato lo stop. Purtroppo alcuni di noi sono stati colpiti, più o meno direttamente, da questa malattia e il calcio è passato subito in secondo piano; poi, con il passare del tempo e il lento miglioramento dei contagi abbiamo iniziato a sentire il richiamo del campo, anche se siamo sempre rimasti in contatto”
Da dove nasce la vostra decisione di non partecipare al prossimo campionato?
“Come scritto nel comunicato che abbiamo postato nella nostra pagina Facebook, la decisione è figlia della situazione sanitaria attuale perché, per il momento, non riteniamo che vi siano le condizioni adatte per poter giocare e divertirsi in sicurezza. Nonostante il protocollo sia molto chiaro, c’è il rischio di essere contagiati o di venire a contatto con persone positive: giocare significherebbe mettere in pericolo i nostri familiari, le nostre vite, i nostri lavori ed è un rischio troppo alto da correre. Per affrontare questa stagione, ad agosto ci eravamo accordati con la società Santafucchio per utilizzare il loro impianto sportivo, che è gestito in maniera impeccabile, e per calendarizzare gli allenamenti della preparazione pre-stagionale, che sarebbe dovuta iniziare a metà settembre. Poi la situazione è cambiata e anche nella zona del Trasimeno abbiamo avuto un’impennata vertiginosa dei contagi che ci ha spinto a riconsiderare la nostra decisione, sebbene le linee guida del protocollo permettessero lo svolgimento dei campionati e tutelassero tutti gli addetti ai lavori. La decisione di non rinnovare l’iscrizione al campionato è stata una prova di maturità dei giocatori e dei dirigenti, che hanno preferito salvaguardare la salute di tutti e rinunciare ad una passione. Crediamo che sia la scelta più giusta per ora, ma ci auguriamo anche che le squadre che parteciperanno al campionato possano giocare in tutta sicurezza e che non riscontrino alcun problema nel corso della stagione”
Il progetto calcistico del Circolo Trasimeno però non finirà certo in questo modo. Avete già pensato a come e quando ripartire?
“Sicuramente non sarà la fine: questo è solo un "arrivederci" e non un addio. È stata dura fermarsi dopo 36 anni di attività e sarà sicuramente bellissimo quando potremo tornare a giocare e a divertirci sul campo in tutta sicurezza. In questo periodo cercheremo di non perderci di vista: siamo un gruppo coeso e diamo il meglio di noi attorno ad una tavola imbandita o al bancone di un pub, quindi speriamo di poter tornare a stare insieme sia fuori che dentro il campo già dal prossimo anno. D’altronde non esiste modo migliore di smaltire un panino con la salsiccia e una birra, se non quello di inseguire un pallone”
Nella foto di copertina pubblicata nella pagina Facebook del Circolo Trasimeno, la rosa al completo assieme ai dirigenti